articolo a cura di
Valeria e Veronica 5LA
Alessandro, Chiara, Claudia, Giorgia e Sofia 4LA
Il 10 dicembre 2018 in occasione del 70º anniversario della dichiarazione dei diritti umani, una delegazione di ragazzi del Virgilio si è recata presso la Camera del Lavoro di Milano per assistere alla conferenza sull’aumento della disuguaglianza e povertà.
La giornata è stata introdotta da Jessica Merli del comitato direttivo regionale della FLC CGIL che invita a rivolgersi al sindacato per disporre di strumenti adatti per combattere l’ingiustizia e l’illegalità sul lavoro. Inoltre propone ai ragazzi presenti, maggiori fruitori dei social, a denunciare ogni azione illecita con l’hashtag #ancheno.
Il primo ad intervenire è stato Duilio Catalano, docente del liceo Severi-Correnti e membro del coordinamento delle scuole milanesi per la legalità e la cittadinanza attiva. Per la 12ª edizione della giornata sui diritti umani quasi 10mila studenti sono stati coinvolti. Definisce il coordinamento come una risorsa che parte dal basso per mobilitare le scuole sulla legalità e cittadinanza.
I diritti umani devono essere garantiti, ma cosa sono i diritti? Sono degli standard minimi che devono essere garantiti per avere una vita dignitosa, essi sono minacciati dai governi che non li rispettano, che li mettono da parte (come nel caso dell’immigrazione).
La Costituzione italiana risale al 1948 e incontra in alcuni punti la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ma è da un certo punto di vista più avanzata. La Carta dei Diritti Europea, invece, è stata messa un po’ in ombra, l’Europa non è fondata su quei diritti ed è per questo che andiamo incontro ad una perdita dei diritti.
Il professore incita a fare inchiesta perché solo così i diritti possono essere conosciuti e applicati a dovere.
Catalano spiega anche il perché del tema della povertà. Il motivo risiede proprio nel fatto che la povertà sta aumentando: 5 milioni di persone sono ora sotto la soglia della povertà assoluta, 9 milioni sotto la povertà relativa.
Ma cos’è la povertà? Innanzitutto essa non è un fenomeno naturale, ma sociale ed incide non poco sul territorio. Principalmente è dovuta all’aumento della disuguaglianza socio-politica. La democrazia ne soffre, è anche un danno economico. Infine, Catalano conclude dicendo che la povertà è connessa anche all’istruzione, è un doppio legame contraddittorio: la povertà impedisce di accedere all’istruzione, ma accedere all’istruzione riduce la povertà.
2)LE NUOVE POVERTA’ I NUMERI DEL PROBLEMA
Negli ultimi anni la povertà nel nostro paese è cresciuta in modo rapidissimo colpendo soprattutto i giovani ed è profondamente legata al mancato accesso all’istruzione.
Il nostro è uno Stato in cui i cittadini non sono più sottomessi e sudditi, ma persone con le stesse possibilità dotate di uguali diritti sociali, politici e civili. In questo quadro lo stato ha il compito di garantirli ed assicurare l’effettiva uguaglianza e libertà. L’Italia è dotata di una Costituzione chiara, densa e agevolmente leggibile ma il problema è che non viene considerata come dovrebbe perché c’è una grande disuguaglianza tra ricchi e poveri.
In particolare gli articoli 2 ,3 , 38 trattano la questione dei diritti dei cittadini:
- La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
- Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge ,senza distinzione di sesso, di razza, di lingua ,di religione ,di opinioni politiche ,di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impedisce il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica economica e sociale del Paese.
- I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.
Indicatori di povertà Istat
Le persone che vivono in povertà assoluta in Italia hanno raggiunto quota 5 milioni nel 2017, ed è il valore più alto registrato dall’ Istat. In particolare l’incidenza della povertà assoluta è del 6,9% nelle famiglie e del 8,4% per gli individui. Per “povero assoluto “ l’Istat intende coloro che non possono acquistare beni e servizi essenziali. A soffrirne maggiormente è il Mezzogiorno, dove l’incidenza della povertà assoluta aumenta sia per le famiglie (10,3%), sia per gli individui (11,4%).
Uno sguardo preoccupato va ai minori tra i qual i la povertà assoluta è del 12,1% e peggiora se la figura di riferimento della famiglia è sotto ai 35 anni.
Senza sorpresa la povertà aumenta tra i non occupati e quando il capo famiglia ha un livello d’istruzione minore. Chi ne soffre maggiormente sono gli stranieri, infatti 1,61 milioni di individui stranieri sono colpiti dalla povertà assoluta e l’incidenza è del 32,3%.
Anche la povertà relativa è in aumento, soprattutto tra le famiglie numerose o di genitori under35.
La povertà è causata da vari fattori: disoccupazione, reddito da lavoro insufficiente, sistema di trasferimenti che ostacola il sostenimento della famiglia, difficoltà delle donne nel conciliare lavoro remunerato e lavoro famigliare. Il basso tasso di occupazione femminile nel nostro Paese e i divari territoriali che lo caratterizzano sono una delle cause principali della povertà e della sua concentrazione territoriale.
Un altro problema è la scarsa attenzione che si ha riguardo alle conseguenze della povertà sui bambini e ragazzi. E’un fattore fondamentale che porta alla riproduzione intergenerazionale dell’indigenza.
3)Intervento di Luca Stanzione FILT CGIL
Tra i relatori che hanno partecipato alla conferenza c’è Luca Stanzione, segretario generale FILT CGIL di Milano. Il segretario, insieme ai suoi collaboratori, è sceso in strada per parlare con i Riders, vale a dire i fattorini che lavorano per le aziende del settore che consegnano il cibo a domicilio. Questi dipendenti vengono pagati in base al numero di consegne e, dunque, non hanno un salario fisso; inoltre, nel momento in cui superano i 500 euro di consegne essi sono costretti ad aprire la partita IVA. Questa categoria di lavoratori non ha né ferie, né tredicesima e quattordicesima, né permessi e, quindi nemmeno il diritto di ammalarsi.
I riders si ritrovano, così, in difficoltà ad affittare la casa in cui vivere con la loro famiglia poiché la mancanza di un salario fisso non dà alcuna garanzia a colui che mette in affitto la propria casa.
Quando si pensa a coloro che lavorano per queste aziende si associano subito gli immigrati, ma in realtà la maggior parte di questi lavoratori sono adulti che hanno perso il lavoro, ragazzi che non accedono al mondo del lavoro o studenti universitari.
Questo nuovo gruppo di lavoratori rientra tra quelli che sono in povertà poiché il lavoratore non si rispecchia in quello che fa e perché la somma guadagnata è minore rispetto a quella necessaria per vivere. Il lavoro povero oggigiorno è destinato ad aumentare a causa della tecnologia che porta il lavoratore ad essere espropriato dal prodotto da lui creato; infatti con il passare del tempo le macchine sostituiranno sempre più i dipendenti.
Per cercare di contrastare il fenomeno dobbiamo, secondo quanto recita l’articolo 3 della Costituzione, comprendere che serve un reddito e un accompagnamento nel mondo del lavoro, ma soprattutto servono leggi e contratti che tutelino il lavoratore. Occorre che tutti siano consapevoli che favorendo le condizioni del lavoratore si migliora il lavoro compiuto, si combatte la povertà, si eleva il livello di dignità delle persone, ma soprattutto la qualità della vita di tutta la nostra società.

4)INTERVISTA A LUCA STANZIONE (segretario Filt-Cgil Milano)
Abbiamo visitato la sede della Filt CGIL per intervistare il sindacalista Luca Stanzione sulla questione dei riders e fare luce su una delle problematiche ancora non risolte negli ultimi anni nel mondo del lavoro, e gli abbiamo posto alcune domande.
Durante la video intervista ( che potete vedere qui) il sindacalista introduce i problemi principali legati ai riders: il problema contrattuale e quello della sicurezza caratterizzano il lavoro dei riders, aggiungendo inoltre che : “il sindacato rappresenta il lavoratore e a loro (riders) servirebbe una legge che li riconoscesse come lavoratori”. Poi egli continua dicendo anche che ritiene necessario avere nuove regole per nuovi lavori e esprime il suo parere sull’educazione civica e il ruolo del sindacato affermando che : “è importante far conoscere agli studenti nelle scuole il ruolo dell’organizzazione di rappresentanza che ad oggi è in crisi.”
INTERVISTA A UN RIDER ANONIMO
Abbiamo anche incontrato un ragazzo che svolge il lavoro di rider. Siamo riusciti ad intervistarlo garantendo l’anonimato visto che tutt’ora sta lavorando come tale e gli abbiamo proposto diverse domande alle quali ha risposto in maniera molto semplice, spontanea, diretta e completa:
-Ti senti sfruttato?
In parte, perché di buono c’è che decido io i miei orari e turni lavorativi, però lo stipendio è sicuramente molto basso
-Ti è mai capitato di farti male durante una consegna? Se sì, ti danno un risarcimento danni?
A me personalmente no, ma ad un mio amico sì, anche se fortunatamente non si è fatto niente di grave, ma in ogni caso non lo hanno risarcito. In generale se l’assicurazione constata che l’infortunato non ha nessuna colpa, dovrebbe ricevere una quota di risarcimento.
-Pensi che quanto guadagni sia giusto per quanto lavori?
No, perché il guadagno è molto basso, si guadagnano dai 3 ai 5 euro a consegna.
-Hai turni o orari di lavoro?
Si ma li decido io. Nei primi mesi non è possibile superare le due/tre ore lavorative.
-Chi controlla il tuo lavoro?
È tutto controllato dall’ applicazione della società, (es. Glovo, Deliveroo, Just Eat) non c’è uno specifico supervisore. L’app è in grado di controllare la velocità e il numero di consegne di ogni singolo rider, e se il lavoro è eseguito correttamente si possono ricevere dei bonus che permettono di ottenere più ore lavorative e quindi di guadagnare di più.
-Chi ti paga?
Il pagamento è sempre controllato dall’applicazione che al termine della giornata lavorativa versa i soldi sul conto in banca del rider.
–È l’unico lavoro che fai?
No, faccio anche un altro lavoro perché solamente facendo il rider non riesco a guadagnarmi da vivere…